Benvenuta fra gli adulti.

La legge italiana sancisce che da oggi sei pienamente responsabile di ciò che pensi, dici e fai. 
Un tempo erano i 21, oggi sono i 18.
Le linee sono importanti. Hanno un che di arbitrario, nella misura in cui potrebbero stare più in qua o più in là, ma determinano la natura essenziale di ciò che sta di qua o di là. La storia muta. Le conseguenze sono diverse. Accadono altre cose. 
I 18 (come i 14) sono un discrimine sociale, comportano un mutamento dell’assetto sociale. Nella nostra cultura non esistono più cerimonie iniziatiche; ma se ne sente, qui, la mancanza. Il passo è davvero grande.
Sei stata un’infante, una bambina, un’adolescente. 
Ora sei una giovane donna. 
M’inchino a te, giovane donna, e ti accolgo nel consesso degli adulti.
Fra i 18 e i 21 l’uomo muta radicalmente, sì, ma anche fra i 20 e i 30, anche ai 49, ai 63: distinguiamo fra ragazzi, adulti e vecchi, ma la trasformazione è continua e radicale, anno dopo anno, incredibilmente sempre, siamo sempre gli stessi e sempre sorprendentemente nuovi.
I 18 sono una tacca irrilevante posata di traverso lungo la strada che percorri.
Ma ci cadi dentro come Alice nella tana del coniglio.
Auguri.

Ti consegno questo libro.
È un libro importante.
È una di quelle opere universalmente riconosciute.
È la testimonianza di una trasformazione.
Della presa di coscienza del piano spirituale.
Di ciò che accade passata la linea dei 18, o meglio dei 21, in questo caso dei 27. 
Ciò che accade fra i 21 e i 28, nel quarto settennio, per alcuni.
Forse è troppo presto per leggerlo, non lo so: senz’altro è uno di quei libri che vanno riletti a distanza di anni, ogni nuova epoca.
È il diario di una giovane donna di 27 anni.
Questa giovane donna era anche un’ebrea ed è anche morta in un campo di concentramento, ma non è questo il punto, e il diario l’ha scritto prima di entrare nel campo.

 

Osserva la sua foto.
Ascolta ciò che dicono i suoi occhi. 
E scopri attraverso le sue parole come ha trovato la sua strada sul piano spirituale.
Non so come risuona per te l’aggettivo “spirituale”: io lo intendo a fianco di fisico, volitivo, emotivo, psicologico, spirituale. Le religioni sono prodotti dell’attività spirituale.
Questa giovane donna è vissuta in un momento storico che oggi tendiamo a considerare “estremo”, ma la vita è sempre vita, e forse nessuna vita è estrema per chi la vive.
Le sue parole sono senza tempo e valgono per chiunque in qualunque condizione. 
Possano nutrirti, sostenerti e orientarti nella scoperta di te stessa. 
Ti abbraccio e ti auguro ogni bene.