Io sono tre cose, insieme a tutte le altre.

Una delle cose che sono è il corpo, che da solo respira, da solo batte nel cuore, da solo digerisce, assimila ed espelle, cresce, fruttifica e invecchia. 
Un’altra cosa che sono è i sentimenti che provo, polarizzati fra attrazione e repulsione, simpatia e antipatia, e poi quello sgomento innamorato che provo quando vedo il sole che sorge, la luna piena sul monte, il lampo che tuona, il vento tra le fronde, la candela nella stanza buia ebbra d’incenso, la creatura neonata fra le mie braccia, bocca a bocca.
Un’altra cosa ancora è questi pensieri, tutti i pensieri, la coscienza, la conoscenza, la vita dello spirito. 
E queste tre cose, insieme a tutte le altre, sono una cosa sola, sono io, che da tutti coloro che mi hanno preceduto e tutti coloro che mi vivono intorno ho ricevuto il linguaggio, senza cui non potrei strutturare i pensieri, non penserei; ho ricevuto tutte le cose che vedo nel mondo, costruite da tutti gli altri; ho ricevuto la cultura, la civiltà, i valori, la società, l’intera struttura della vita attuale dell’uomo: che sono tutti prodotti dello spirito, affinati dai millenni e dalle moltitudini. 
Oggi, qui, vivo in un organismo complesso, dove la più parte, per mangiare, non caccia, non raccoglie, non coltiva, ma fa altre cose, altamente specializzate, funzionali al prosperare dell’organismo, da cui riceve il nutrimento che necessita.
Ma questi lavori specializzati, queste azioni così astratte, questo pigiare su di una tastiera, leggere codici alfanumerici coagulati su schermi sottili come veli, parlare via etere con altri come me distanti da me, cosa significano? 
Da un punto di vista spirituale, cosa significano?
Questa interconnessione globale, queste azioni che considerate isolatamente sono prive di senso, ma nel complesso sono vita che si sviluppa, dal punto di vista spirituale cosa significano?
In questo tutto interdipendente, in cui ogni cosa dipende da ogni altra, ci sono forze che compongono e forze che scompongono.
A questa armonia che va sviluppandosi, a questo sforzo che viene da un inconcepibile passato diretto a un imperscrutabile futuro, partecipo inevitabilmente, componendo e scomponendo.
Meditare, pensare, parlare, significa prenderne coscienza e indirizzarlo consapevolmente.
L’articolazione specialistica della ricerca di nutrimento, per il corpo, per l’anima e per lo spirito, richiede composizione d’armonia. 
Per comporre armonia voglio sollevarmi oltre i sentimenti polari, coltivando un amore incondizionato verso tutti e tutto, così rigoglioso da spegnere ogni fiamma d’ira, colonizzare ogni aridità, svettare esuberante sopra ogni delusione. 
Voglio stare nudo e disarmato. 
Indifeso.
Senza porre alcuna condizione per la mia resa. 
Voglio stare arreso primo davanti a tutti. 
Voglio avere fiducia che tutti, prima o poi, faranno lo stesso. 
Incondizionatamente. 
Indipendentemente da ciò che intanto gli altri faranno. 
Consapevole che non ci sono altre vie. 
Che l’amore è la sola forza che compone.
Voglio esercitarlo dentro me stesso. 
Voglio esercitarlo dentro la mia famiglia. 
Voglio esercitarlo dentro la mia fabbrica.
Ogni mattina, quando entro nella fabbrica, e mi siedo alla scrivania, prima di iniziare il lavoro, voglio raccogliermi qualche istante, e cercare la postura giusta, il sentimento giusto, il pensiero giusto, per svolgere la mia azione. 
Per contribuire a comporre quest’armonia universale.