Il mio peccato originale è l'esser nato qui.

Sono nato nel corno d’Africa.
Ogni volta che siamo stati troppi, o l’ambiente troppo inospitale, e cibo o spazio non bastavano più, sono uscito in Medio Oriente. 
Ho amato subito la Mesopotamia, un paradiso. 
Anche tu. 
Non c’era spazio e cibo per tutti: ti ho ucciso, per goderne io. 
Altre volte mi hai ucciso tu. 
Altre volte ancora sono fuggito alla ricerca di nuove terre. 
Ho vagato verso oriente, occidente, settentrione e meridione. 
Ho sempre combattuto per conquistare il mio spazio, e poi difenderlo, o tornare a vagare.
Quando sono stato pacifico sono stato sterminato. 
Oppure mi sono adattato là dove pochi altri ne avevano la volontà o la capacità. 
Come al polo Nord, o nel Sahara, o nella giungla.
Ma quando sono stato risoluto a combattere per avere il mio spazio, ho sviluppato armi sempre più tremende, e mi sono organizzato in popoli sempre più forti. 
Fino a che tutto il mondo fu pieno di noi, ed ogni popolo accerchiato da altri popoli, in un equilibrio di forze contrapposte, atterriti dalla prospettiva di un’apocalisse. 
E sono nato qui, in Europa.
E questo è il mio peccato originale.
Tutti vorrebbero vivere qui, in questo paradiso temperato e fertile: ne ho più diritto io di te che sei nato nel corno d’Africa?
Mi dico pacifico e giusto, ma lo sono?
Questa apparente mia non violenza, mitezza, gentilezza, e giustezza si fondano su rapporti di forza e processi di sopraffazione che oggi sono pressoché immobili e rimossi alla mia vista dalla magnificenza delle strutture civili.
Questo è il mio peccato originale, ed è il motivo per cui proverò sempre un sentimento di colpa nei confronti di qualunque migrante che tenterà di entrare in Europa, e voglio essere disposto a perdere parte del mio agio, pur di fargli spazio in questo paradiso.