Non sono uno solo.

Qui ci sono tante cose, strettamente correlate. 
Questi trilioni di cellule si coordinano in armonia come una nazione.
Io sono un osservatore che sente alcune cose, le interpreta e le racconta. 
Sono il bardo di questo popolo.
Ma neppure l’unico, talvolta è qualcun altro che parla al posto mio.
D’altronde ogni cellula è a sua volta una composizione organica.
Il fegato si è accordato con i polmoni e tutti gli altri, ognuno fa la sua parte, e stanno insieme finché riescono, poi scivolano nell’anarchia e si scompongono. 
Come ogni realtà, si manifestano in tutte le dimensioni, fisiche e spirituali.
Canto il mio io, sento di essere io, ma sono solo una forza fra le tante che mi compongono. 
Sono un piccolo universo che fa parte dell’universo. 
Siamo strutture frattali che si ripetono all’infinito su scale superiori e inferiori, senza soluzione di continuità. 
Ci sono forze che compongono e forze che scompongono. 
Io che scrivo sono una di quelle che compongono.