Sono questioni che vorrei fossero dibattute.

Fino a qualche tempo fa il mondo era diviso in due blocchi: credenti e non credenti. 
I credenti avevano il dono della fede, venivano educati allo spirito nelle chiese, dai preti, almeno una volta la settimana, secondo il dogma. 
I non credenti erano atei materialisti e cinici.
La cultura scientifico-pragmatica-edonistica dell’epoca dell’abbondanza ha spazzato via il dogma e deserte le chiese. 
Tanti sono rimasti privi di spirito: depressi, stressati, talvolta brutali. 
Per sfuggire all’empasse, si potrebbe pensare che il senso del sacro è un sentimento. 
Così come il senso del bello va coltivato, così pure il senso del sacro. 
Il Bello in sé non esiste, così neppure Dio, non è questo il punto.
La divisione credenti / non credenti è superata: si tratta di educare a elaborare e vivere il sentimento del sacro, che è universale, come il sentimento del bello, declinato secondo le culture e le società di appartenenza.
Come educare al senso del sacro, fuori d’ogni dogma ?
Dove farlo, quando, chi e come ?