Quando
mi sono innamorato di te, volevo sempre stare con te, guardarti,
parlarti, baciarti, fare l’amore con te.
Non
sapevo nulla di te, e forse quel sentimento era desiderio
bruciante di conoscerti, nel corpo e nello spirito, unito al piacere
di legarci, di muoverci insieme, complici.
Due
anni dopo prendesti a tirarmi verso un altro spazio, senza che io
l’intendessi.
Fu
un anno terribile e pericoloso.
Poi
passammo dall’altra parte.
Ricordo
l’istante in cui accadde.
Percepii
uno spostamento netto della mia orbita.
L’istante
dopo eravamo agganciati in un sistema binario.
Immagino
così.
Quando
eravamo stati due sconosciuti innamorati, i nostri spiriti erano
rimasti su piani naturalmente disgiunti.
Qualunque
difficoltà della vita avrebbe potuto spezzare il nostro legame.
Poi
avevamo intrapreso una lotta per cercare l’equilibrio su di un
nuovo piano comune.
E
le orbite dei nostri spiriti si erano congiunte intorno a un unico
centro di gravità nello spazio della vita.
Da
allora nessuna difficoltà della vita può rescindere il nostro
legame.
Questo
è amore.
Immagino
che solo un cataclisma nucleare potrebbe riportare i nostri spiriti
in sistemi monadici.
Penso
che oggi così tante coppie si separino, e così tante famiglie si
aprano, perché il valore dominante è sentito nell’individuo, ed i
più preferiscono preservare la propria libertà autodeterminante.
Sicché
rinunciano all’amore.
E
restano su piani disgiunti che facilmente si allontanano lungo il
corso degli eventi.
Perché,
quando sei monade, ciò che fai è in linea diretta con ciò che
vuoi; se ti agganci in un sistema binario, ciò che fai è sempre la
risultante fra la volontà tua e quella dell’altro: c’è chi
trova questa prospettiva intollerabile.
Invece
io credo che sia molto più ricco, fruttuoso e felice compromettersi
in sistemi complessi.
Non
solo a due, ma poi anche a tre, quattro e quanti altri figli si può
e si vuole.
Ma non avrei voluto generare figli, se non avessimo unito il centro di
gravità.
Le
difficoltà che portano i figli sono tali che sarebbe stato davvero troppo
facile separarci.
Posso
anche immaginare meravigliosi sistemi di famiglie aperte, mescolate e
moltiplicate in armoniosissime e amorevolissime relazioni; ma, se vi sono, sono certo forme rare.
Intanto,
la lacerazione che provano i figli di genitori separati forgia la
società nelle forme che oggi abbiamo sotto gli occhi.
Non
pensare che se non trovi l’anima gemella, l’anima fatta esatta
per te, non potrai amare.
Non
è questo.
Cerca
un’anima affine.
Che
condivida con te un terreno ampio e stabile, e la
determinazione ad agganciarvi in un sistema complesso.
Basta
questo.
L’individualismo
è tautologicamente sterile e poco felice.
Cercatevi,
trovatevi e amatevi.